Per il cantiere del presbiterio di San Maurizio a Ponte in Valtellina: il caso anomalo dei medaglioni marmorei con gli Apostoli
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The incomplete cycle of eight medallions with busts of Apostles in the presbytery of the church of San Maurizio in Ponte in Valtellina represents an episode that is difficult to interpret in the context of late 15th century sculpture in Lombardy. These works are undocumented, but certainly made between 1495 and 1500, during the reconstruction of the church’s presbytery. In the late 19th century, the discovery of part of the documentation related to these building works led to the rediscovery of these valuable sculptures, which immediately became the object of interest by collectors. A consequence was the dispersal of some elements and, in part, also the substantial critical misfortune of these masterpieces, which was otherwise attributable also to their difficult intelligibility. The essay, in addition to presenting a rediscovered element of the cycle, highlights the stylistic relationships of these works with some important coeval sculptures between Milan and Pavia, which are also of great quality but difficult to decipher stylistically. It turns out that the strange mixture of Lombard and Tuscan elements, is likely to be traced back to Alberto Maffioli da Carrara and the composite group of Lombard and Tuscan masters who collaborated with him during his stay in the Duchy of Milan, between 1489 and 1497.
Il ciclo incompleto di otto medaglioni con busti di Apostoli nel presbiterio della chiesa di San Maurizio a Ponte in Valtellina rappresenta un episodio difficilmente interpretabile nel contesto della scultura del tardo Quattrocento in Lombardia. Si tratta di opere non documentate, ma sicuramente realizzate tra il 1495 e il 1500, in occasione della ricostruzione del presbiterio della chiesa. Nel tardo Ottocento, la scoperta di parte della documentazione relativa a tali lavori determinò la riscoperta di queste pregiate sculture, che subito dovettero diventare oggetto di interesse da parte di collezionisti. Fu conseguenza di ciò la dispersione di alcuni esemplari e, in parte, anche la sostanziale sfortuna critica di questi capolavori, per il resto addebitabile alla loro difficoltosa comprensione. Il saggio, oltre a presentare un elemento ritrovato del ciclo, mette in luce i rapporti stilistici di queste opere con alcune importanti sculture coeve tra Milano e Pavia, anch’esse di grande qualità ma di difficile decifrazione stilistica. È emerso che la strana commistione di elementi lombardi e toscani, variamente combinati a seconda delle opere, è verosimilmente da ricondurre ad Alberto Maffioli da Carrara e al composito gruppo di maestri lombardi e toscani che collaborarono con lui durante il suo soggiorno nel ducato di Milano, tra il 1489 e il 1495-1497. keywordsSculpture in Lombardy, late 15th century; Ponte in Valtellina, church of San Maurizio; Milan, church of Santa Maria delle Grazie; Certosa di Pavia, the frontal of the high altar, lavabo; Giovanni Antonio Amadeo; Giacomo Del Maino; Alberto Maffioli; TommaBiografia dell'autorevito.zani1@gmail.com |
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