«Dipignere con lo sparviere in pugno». Mecenati e pittori nella Milano del Cerano
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Two unpublished inventories illustrate some of the dynamics of Milanese patronage in the first decades of the 17th century: that of the nobleman Giovanni Maria Visconti (1638) and that of the painter Giovanni Battista Crespi, known as Cerano (1632).The figure of Visconti appears as a guide for the Milanese patrons in their attention to ‘modern’ painters, but with a marked interest also directed towards the conservation of works of the early Milanese Renaissance. On the other hand, the information on Cerano’s lifestyle allows us to reflect on the social status of Milanese painters. At the same time, the genesis and collecting vicissitudes of some important paintings of the 16th and 17th centuries are rewritten, such as the private devotional altarpiece representing the Madonna of San Celso with St. Francis and Blessed Charles Borromeo, now in Turin (c. 1610), or the panels of the Lamentation over the Dead Christ and Pentecost by Bartolomeo Suardi, known as Bramantino, now in the Mezzana di Somma Lombardo (c. 1510). The author highlights the relationship between Cerano and the Visconti in the commission for the altar of Sant’Ignazio in San Fedele and in the design of the frontispieces of 16th and 17th century editions of Milanese historical texts. Also, the preservation of the memory of Giovanni Maria’s patronage in the Visconti collections until the 18th century is here re-examined.
Due inediti inventari evidenziano alcune dinamiche del mecenatismo milanese durante i primi decenni del XVII secolo: quello dell’aristocratico Giovanni Maria Visconti (1638) e quello del pittore Giovanni Battista Crespi, detto Cerano (1632). Riemerge la figura del Visconti come guida dei mecenati milanesi nell’attenzione verso i pittori “moderni”, ma con uno spiccato interesse indirizzato anche verso la conservazione di opere del primo Rinascimento milanese. D’altra parte, quanto emerge sullo stile di vita del pittore Cerano permette una riflessione sullo status sociale dei pittori milanesi. Allo stesso tempo, si riscrivono genesi e vicende collezionistiche di alcuni importanti dipinti del XVI e del XVII secolo, come l’ancona di devozione privata rappresentante la Madonna di San Celso con San Francesco e il Beato Carlo Borromeo, ora a Torino (c. 1610), o le tavole del Compianto e della Pentecoste di Bartolomeo Suardi detto Bramantino, ora a Mezzana di Somma Lombardo (c. 1510). L’autore rilegge il rapporto di Cerano e Visconti per la commissione dell’altare di Sant’Ignazio in San Fedele e per il disegno dei frontespizi delle edizioni di testi storici milanesi del XV e XVI secolo, così come la conservazione delle memorie di queste stesse azioni di mecenatismo nelle collezioni viscontee. keywordsBartolomeo Suardi called Bramantino; Giovanni Battista Crespi called Cerano; Giulio Cesare Procaccini; Visconti patronage and collecting; Giovanni Maria Visconti; social status of Milanese painters.Biografia dell'autoreSUPSI - Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana; edoardo.rossetti@supsi.ch; arcned1979@gmail.com |
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